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Anno 44 - N° 1 - Febbraio 2015

Pubblichiamo un riassunto della nota del Vescovo Camisasca dello scorso mese di ottobre sulla teoria del così detto “gender” secondo la quale non esistono differenze naturali tra uomo e donna ma solo il “genere” che l’individuo vuole essere.

Il testo integrale della nota può essere scaricata dal sito internet Diocesi di Reggio Emilia Guastalla.

È compito del vescovo operare il discernimento tra ciò che è positivo e ciò che è negativo nei cambiamenti moderni, traendo dalla Scrittura e dalla Tradizione l’orientamento e la luce per educare il suo popolo.

Vi sono due concezioni che l’uomo ha di sé stesso: l’una che riconosce l’essere stato generato da qualcuno e di vivere in relazione con altri; l’altra che riconosce solo la propria volontà individuale.

A quest’ultima visione dell’uomo si rifà la teoria del gender, dei generi, nata da tempo in America, che ha trasferito la propria attenzione sempre più dalla persona all’individuo, slegato da ogni appartenenza e portatore soltanto di diritti.

Essa vuole una società dove non ci siano i termini: uomo e donna, padre e madre, figlio e figlia, matrimonio e famiglia; ritiene che l’essere umano sia una mera costruzione sociale, le norme morali relative e contingenti, assoluta la centralità delle scelte individuali. L’identità sessuale non sarebbe un fatto naturale ma una scelta individuale, volontaria ed anche mutabile nel tempo.

Al contrario, il genere umano è sessuato: Dio, maschio e femmina li creò (Genesi 1,28).

Molti studiosi laici affermano apertamente che la sessualità è data per la generazione non c’è trasmissione della vita senza la differenza sessuale. Si tratta di una visione antropologica, che accomuna fede e natura.

Il cardinale Muller: “Il concetto di natura rappresenta quel fondamento senza cui l’uomo non riuscirebbe più a fissare i confini della sua dignità e identità, e quindi dei suoi diritti e doveri. Una dignità e identità che nessuno può auto-fabbricarsi, pena lo smarrimento”.

Il cardinale Bagnasco: «La lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni».

Il papa Benedetto XVI: «Se non esiste la dualità di maschio e femmina, allora non esiste neppure più la famiglia come realtà prestabilita dalla creazione. Ma in tal caso anche la prole ha perso la dignità che le è propria». Il panorama che abbiamo tracciato è certamente drammatico, ma non deve indurci a una visione pessimistica del futuro. Al contrario: siamo certi che, proprio in questo contesto, più luminosa brilla la luce di tanti uomini e donne, genitori, che con la loro vita testimoniano la verità e la bellezza della famiglia, del matrimonio, della vita cristiana così come Gesù Cristo ce l’ha mostrata.

Tutti siamo personalmente chiamati a riscoprire e testimoniare pubblicamente le ragioni della nostra fede e della tradizione che i nostri padri ci hanno consegnato. È il tempo della testimonianza.


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